In SHA own words: The creation of Go starts in 2001 and proceeds through phases, some of them very hard, making the completion difficult. 

Today instead, being aware that building the “inner emptyness” - as Cioran says - is difficult like to organise a wonderful ballett, here it is. 

The concept of Go comes from the homonymous asiatic board game. “It’s a very complex game strategically, even though it has simples rules; An old saying about Go is that no game has ever been played twice, and that could be true considering that there are around 4,63 · 10170 different positions on a Goban 19x19(cit)”.. Go is a sonic match played between Topo Gigio - icon of italian avantgarde - and Doraemon - icon of the Japanese avantgarde. Obviously the resemblance with the english verb “Go” is not accidental.  The album is a concoction of questions, formed by fragments that are meant to muddle up the players strategies, just like in a match.  In Go self sampling and quotes from previous works, not known to the many, are often used, just like how it usually happens during the act of Thinking. 

It should sound like a pile of B sides by Duran Duran put in a electronic NoisePop washingmachine together with some hints from the mentalest italic productions of Gaber, Nannini and Battisti. 

We will see in thirty years time. 

Original italian text: 

La concezione di Go ha radici nel 2001 e procede per fasi , alcune molto dure con varie difficoltà nel terminarla. 

Oggi invece, presa coscienza che costruirsi il vuoto dentro- come dice Cioran- sia difficile come organizzare uno splendido balletto, eccolo qua. 

La tematica di Go è l’omonimo gioco asiatico. 

“È un gioco molto complesso strategicamente malgrado le sue regole semplici; un proverbio del go dice che nessuna partita è mai stata giocata due volte, il che è anche verosimile considerato che ci sono circa 4,63 · 10170  diverse posizioni possibili su un goban 19×19”(cit)..  

Questa partita sonora è giocata fra Topo Gigio – icona dell’ avanguardia Italiana – e Doraemon –icona dell’avanguardia Giapponese.naturalmente la somiglianza con l’inglese “vai” non è casuale. Il disco è un frullato di domande, composto da frammenti  atti a confondere le idee come in una partita. Riaffiorano anche auto campionamenti e citazioni da precedenti lavori poco noti ai piu’, come capita a volte mentre si pensa.  

Dovrebbe suonare come un ammasso di lati B dei Duran Duran messi in una lavatrice noisepop elettronica con accenni alla produzione Italica piu’ folgorata di Gaber, Nannini e Battisti.

Fra trent’anni ne riparleremo.